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Antibiotici: uso in calo negli allevamenti italiani

In merito alle notizie apparse in questi giorni sull’uso degli  antibiotici negli allevamenti Carni Sostenibili, l’Associazione no profit che promuove il consumo consapevole e la produzione sostenibile di carne, vuole fornire le informazioni fondamentali affinché si possa sviluppare un dibattito scientifico e informato sui temi che riguardano l’allevamento animale e la produzione di carni e prodotti animali.

“L’antibiotico-resistenza è un problema globale e multifattoriale, non riconducibile solo all’uso del farmaco negli allevamenti convenzionali” – dice il professor Giuseppe Pulina, Presidente di Carni Sostenibili- “che va affrontato con senso di responsabilità, da parte di tutti i soggetti coinvolti, senza creare inutili allarmismi”.

L’antibiotico-resistenza è un problema multifattoriale non riconducibile solo agli allevamenti, che va affrontato con senso di responsabilità, da parte di tutti i soggetti coinvolti, senza creare inutili allarmismi. Condividi il Tweet

Presa di coscienza degli allevatori e azioni del settore zootecnico

Affinchè la sempre più rapida e continua assunzione di responsabilità del settore zootecnico possa essere evidenziata dagli studi occorrono anni. Di conseguenza, se gli ultimi dati Ue parlano di una riduzione sostanziale del -30% dell’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti italiani dal 2010 al 2016*, possiamo affermare che questa percentuale sia oggi ulteriormente aumentata, pur non rientrando ancora nei dati a disposizione.  Dal 2011 al 2018, ad esempio, attraverso l’adesione a un piano di riduzione volontario, il consumo di antibiotici nel comparto avicolo è calato dell’82%, a testimonianza dell’impegno delle aziende e di tutto il settore. Anche nel settore dell’allevamento bovino è alta l’attenzione sul tema: per agevolare la riduzione nell’uso degli antibiotici esistono programmi di prevenzione che, tra l’altro, si basano sull’adozione di protocolli vaccinali, su buone pratiche di biosicurezza e di una sempre maggiore attenzione al benessere animale in allevamento. Infine, l’entrata in vigore della ricetta elettronica veterinaria permetterà non solo di monitorare con esattezza l’intera filiera dei farmaci, ma anche di avere in ogni momento contezza del reale utilizzo degli antibiotici negli allevamenti. (*DG Health and Food Safety: Final Overview Report “Measures to Tackle Antimicrobial Resistance through the Prundent Use of Antimicrobials in Animals”)

Dal 2011 al 2018, ad esempio, attraverso l’adesione a un piano di riduzione volontario, il consumo di antibiotici nel comparto avicolo è calato dell’82%. Condividi il Tweet

L’importanza dei tempi di sospensione per una carne sicura a tavola

“La carne che arriva sulle nostre tavole è sicura,” afferma Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili. “La somministrazione di antibiotici con scopi auxinici, cioè per favorire la crescita, è vietata in Europa dal 2006”. L’approccio europeo è tra i più severi al mondo, poiché ne vieta ogni uso diverso da quello terapeutico. L’uso degli antibiotici deve avvenire sotto stretta sorveglianza e su prescrizione di un medico veterinario. Inoltre, dettagliatamente regolamentato nella scelta dei principi attivi, nei cicli di trattamento e nella loro registrazione, nel rispetto rigoroso dei tempi di sospensione al fine di evitare la presenza di residui nelle carni. Non solo, nel corso degli ultimi anni in Italia sono stati avviati programmi volti ad affrontare il problema dell’antibiotico-resistenza, ai quali si aggiungono nuove disposizioni normative volte al miglioramento dei sistemi di controllo dei farmaci utilizzati in allevamento. Prima fra tutte la ricetta elettronica, la cui applicazione è iniziata a partire da aprile 2019.

L’adesione a questi protocolli è garantita anche da piani di campionamento annuali delle carni, attuati per verificare l’assenza di residui potenzialmente pericolosi. Le indagini avvengono periodicamente e senza alcun preavviso. I risultati di questi controlli dimostrano che i campioni di carne irregolari sono inferiori allo 0,3%: nelle 325.383 analisi condotte (in aumento rispetto all’anno precedente) su circa 33.000 campioni nel 2018  solo 81  sono risultati positivi ( PNR Piano Nazionale residui elaborato dal Ministero della Salute, 2018).

La somministrazione di antibiotici con scopi auxinici, cioè per favorire la crescita, è vietata in Europa dal 2006 Condividi il Tweet

Benessere animale

Se un animale si ammala bisogna curarlo, quindi “l’uso degli antimicrobici, antibiotici in particolare, è un obbligo” – fa presente il professor Pulina – “Tra le responsabilità degli allevatori rientra infatti anche quella della salute degli animali”. Detto questo, non è possibile analizzare il settore dell’allevamento e della produzione di carne in modo parziale. Sempre di più e con sempre maggior successo, allevatori e aziende produttrici attuano protocolli virtuosi che garantiscono eccellenti standard quali-quantitativi di produzione. Le strutture produttive zootecniche hanno nel tempo modificato i sistemi di allevamento per renderli adeguati alle richieste, introducendo nuove tecniche di gestione degli allevamenti, di selezione degli animali, di stabulazione, di alimentazione ed anche di profilassi e terapia delle malattie. Di particolare importanza sono poi gli interventi di prevenzione immunologica, basati sull’utilizzazione di vaccini, al fine di limitare l’impiego di farmaci antibiotici in allevamento.

Se un animale si ammala bisogna curarlo, quindi l’uso degli antibiotici è un obbligo: tra le responsabilità degli allevatori rientra anche quella della salute degli animali. Condividi il Tweet

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.