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Altro che frugivori! Eravamo super-predatori carnivori

Nonostante le bizzarre teorie sull’evoluzione umana che circolano in Rete, alcune delle quali vorrebbero i nostri antenati addirittura come frugivori, per la scienza non ci sono dubbi: l’uomo preistorico era un super-predatore, la cui dieta nel pleistocene era basata soprattutto sulla carne.

Altro che frugivori! I nostri antenati erano dei super predatori che per due milioni di anni si sono nutriti principalmente di carne: lo rivela un grande studio pubblicato sull’American Journal of Physical Anthropology, condotto dall’Università israeliana di Tel Aviv, che ha ricostruito la nutrizione degli esseri umani, raccogliendo evidenze da circa 400 articoli scientifici di diverse discipline, riuscendo finalmente a dare risposte definitive a tante domande sulla nostra natura.

Altro che #frugivori! I nostri #antenati erano dei #SuperPredatori che per due milioni di anni si sono nutriti principalmente di #carne: lo rivela uno studio pubblicato sull'American Journal of #PhysicalAnthropology. Condividi il Tweet

In questo studio senza precedenti per inclusività e ampiezza emerge senza dubbio che gli esseri umani dell’età della pietra erano dei carnivori specializzati, più che onnivori, e solo l’estinzione degli animali più grandi e quindi la conseguente diminuzione della disponibilità di fonti di cibo animale li ha portati ad aumentare gradualmente i cibi vegetali nella loro alimentazione. Fino a che non ebbero altra scelta che addomesticare gli animali e imparare a coltivare le piante, diventando agricoltori.

Come spiegano il Dr Miki Ben-Dor e il Prof. Ran Barkai del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Tel Aviv, insieme a Raphael Sirtoli dell’Università di Minho in Portogallo, autori dello studio: “Per ricostruire la dieta degli esseri umani la maggior parte delle prove è stata trovata con ricerche sulla biologia attuale, esaminando la memoria conservata nel nostro corpo, il metabolismo, la genetica, la fisiologia, la morfologia e l’anatomia. Il comportamento umano cambia rapidamente, ma l’evoluzione è lenta. Il corpo ricorda”.

I nostri sistemi digestivi sono simili a quelli dei #carnivori, con #AcidiGastrici forti per digerire le #proteine e proteggersi da #batteri dannosi. Condividi il Tweet

I nostri sistemi digestivi sono simili a quelli dei carnivori, con acidi gastrici forti per digerire le proteine e proteggersi da batteri dannosi. “Un esempio importante è l’acidità del nostro stomaco”, spiega il Dr. Ben-Dor: “L’acidità è molto alta rispetto agli onnivori e persino rispetto ad altri predatori. La produzione e il mantenimento di una forte acidità richiedono grandi quantità di energia e la sua esistenza è la prova del consumo di prodotti animali. La forte acidità fornisce protezione dai batteri nocivi presenti nella carne. L’uomo preistorico infatti, cacciando animali di grossa taglia la cui carne era sufficiente per giorni o addirittura settimane, spesso consumava carne vecchia contenente grandi quantità di batteri, e quindi era necessario mantenere un alto livello di acidità”.

Rispetto agli altri primati, il nostro organismo ha bisogno di più energia per unità di massa corporea, specialmente per il nostro cervello. Abbiamo riserve di grasso più abbondanti e possiamo utilizzarle trasformando rapidamente i grassi in chetoni quando se ne presenta la necessità. La struttura delle cellule adipose nel nostro corpo è infatti più simile ai carnivori che agli onnivori: negli onnivori il grasso è immagazzinato in poche cellule ma grandi, mentre le nostre al contrario sono piccole e numerose, come quelle dei predatori.

Secondo i ricercatori, il nostro #genoma indica una dipendenza maggiore da una #dieta ricca di #carne rispetto a una ricca di #carboidrati. Condividi il Tweet

Anche il nostro genoma indica una dipendenza maggiore da una dieta ricca di carne rispetto a una ricca di carboidrati, facendo concludere ai genetisti che “le aree del genoma umano consentono una dieta ricca di grassi, mentre negli scimpanzé le aree del genoma consentono una dieta ricca di zuccheri”.

Le evidenze dalla biologia umana sono state completate da prove archeologiche con la ricerca sugli isotopi stabili nelle ossa e denti degli esseri umani preistorici e dall’analisi delle loro pratiche di caccia, rivelando che gli esseri umani erano molto abili nella caccia di scimmie, elefanti e grandi bestie della megafauna, come mammut, mastodonti e bradipi giganti, animali di grandi e medie dimensioni e ad alto contenuto di grassi. Il confronto degli esseri umani con i grandi predatori di oggi che ottengono più del 70% della loro energia dalla carne degli animali che cacciano, ha ulteriormente rafforzato questa conclusione mostrando che gli esseri umani erano a tutti gli effetti degli iper-carnivori.

Sapere ora chiaramente che gli esseri #umani erano dei #SuperPredatori #carnivori è importante per comprendere meglio la nostra #salute e #fisiologia. Condividi il Tweet

“Il nostro studio affronta una grande controversia attuale, sia scientifica che non scientifica”, afferma il Prof. Barkai: “Per molte persone oggi la dieta del Paleolitico è una questione critica, non solo rispetto al passato, ma anche riguardo al presente e al futuro. È difficile convincere un devoto vegetariano che i suoi antenati non erano vegetariani e le persone tendono a confondere le credenze personali con la realtà scientifica. Sapere ora chiaramente che gli esseri umani erano dei super predatori carnivori è importante per comprendere meglio la nostra salute e fisiologia, fornendo la base per il futuro dell’evoluzione biologica e culturale dell’uomo”.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.