Allevamenti: ridurre gli impatti, cercando l’efficienza
L’impatto della carne, così come per altri alimenti, viene calcolato mettendo in relazione gli aspetti ambientali del sistema con la quantità di prodotto in uscita: il minor impatto ambientale si ottiene quando l’animale raggiunge, nel minor tempo possibile e quindi con la minore quantità di cibo e deiezioni, il peso ritenuto idoneo per la macellazione.
A questo riguardo ci si imbatte in uno degli aspetti più dibattuti riguardo il mondo delle carni: è meglio un allevamento intensivo (in stalla) o uno al pascolo? Questo confronto deve essere affrontato sulla base di differenti punti di vista: benessere animale, sicurezza, qualità e gusto della carne, impatti ambientali.
Concentrando l’attenzione unicamente sul tema ambientale, l’intensificazione dell’allevamento permette di ottenere impatti minori raggiungendo il peso di macellazione in tempi brevi, razioni ad hoc e massima efficienza. Per poter parlare di sostenibilità, però, non si può tenere conto solamente degli aspetti ambientali, ma deve esserci un giusto equilibrio tra i modelli estremi.
Trovare la soluzione ottimale non è affatto semplice perché ci sono molti fattori da tenere in considerazione, ad esempio la specie animale considerata. Non si tratta quindi di stabilire quale sia meglio, se l’allevamento all’aperto o quello in stalla, ma di capire quale sia la migliore soluzione per garantire elevati livelli di rispetto dell’ambiente e del benessere animale, oltre che ovviamente di qualità dei prodotti finali.
Redazione Carni Sostenibili