Alimentazione equilibrata a tutte le età!
Ha fatto giustamente molto scalpore l’ennesimo caso di cronaca, questa volta proveniente da Treviso, in cui dei neonati sono stati ricoverati con grave deficit di Vitamina B12. Per i bimbi in questione, le cui madri hanno improvvisato durante la gravidanza una dieta vegana, il rischio è quello di danni irreversibili al sistema nervoso. Questo perché, come abbiamo ripetuto più volte su queste pagine, in alcune fasi della vita – come appunto la gravidanza e l’infanzia – il fabbisogno di carne e proteine animali è superiore. Donne incinte, bambini e anziani devono fare maggiore attenzione a ciò che mangiano, e integrare nel caso dovessero decidere di seguire (o far seguire!) diete estreme o restrittive.
Ma se da una parte è più facile cadere in carenze nutritive quando si è più fragili, dall’altra non bisogna abbassare la guardia, semplicemente mantenendo un’alimentazione equilibrata, neppure quando si è nel pieno delle forze, come nella maggior parte dei casi delle persone in età adulta. Durante questa fase della vita è importante non aumentare troppo di peso, perché sovrappeso e obesità sono collegate a un maggior rischio per la salute. La carne, data la sua alta densità nutrizionale, può essere quindi di aiuto per limitare le calorie, garantendo al contempo un adeguato apporto di nutrienti.
La prevalenza dell’obesità in Italia è più che raddoppiata negli ultimi 25 anni e numerosi studi indicano che le diete con proporzioni più alte di proteine, ottenibili per esempio con i tagli magri di carne e di salumi, sono efficaci per la perdita e il mantenimento del peso. La carne, sempre per il suo apporto di proteine, può inoltre contribuire alla sazietà e a ridurre di conseguenza l’assunzione di alimenti ed energie. Come i bambini e gli adolescenti, gli adulti sono a rischio di carenze di ferro, zinco e iodio. Solo un’alimentazione adeguata, che in quanto tale comprenda anche alimenti di origine animale e in particolare la carne, può evitare questo rischio.
Un recente studio condotto su 127 giovani donne non anemiche tra i 18 e i 35 anni che ha voluto valutare lo stato del ferro e la performance cognitiva, ha evidenziato l’associazione tra alcuni indicatori ematologici dello stato del ferro (emoglobina, ampiezza di distribuzione delle cellule del sangue, saturazione della transferrina, ferritina, recettore della transferrina, e il ferro corporeo totale) con misure della funzione cerebrale (attenzione, logica, memoria, ecc.). In pratica migliore era lo stato del ferro, migliore era la performance in compiti di attenzione sostenuta e la capacità di pianificazione.
Non importa l’età che si ha. Per restare in buon salute basta mangiare un po’ di tutto, nelle giuste proporzioni.
Redazione Carni Sostenibili