TOP

“No vegan”, un libro oltre le mode e al di là dei “si dice”

Se qualcuno mi avesse detto che il mio primo libro sarebbe stato sulla dieta vegana non gli avrei mai creduto. L’argomento semplicemente non mi interessava e avevo in mente di scrivere altro. Mi occupo di salute naturale e alimentazione in chiave non convenzionale da quindici anni, su questi temi faccio divulgazione su ogni genere di media ed è da almeno un lustro che ho sì in animo di scrivere un libro, però su come migliorare la salute con rimedi non farmacologici, oppure su come nutrirsi per stare bene, o ancora, su cosa mangiare per dimagrire senza mettersi a dieta: le mie specificità, insomma. Niente vegani all’orizzonte.

In ogni caso, non ho mai trovato il tempo per scriverlo, questo fantomatico primo libro. C’era sempre qualcosa di più urgente da fare o che comunque riempiva la mia giornata: l’attività in studio, il blog, le rubriche periodiche sui giornali, l’intervista alla radio, la conferenza e tutto il resto, oltre naturalmente alla vita privata. Il mio libro continuava così a rimanere solo un’ombra nel limbo delle idee, a cui chissà quando sarei riuscito a dare corpo. Poi però è nato quello che vi apprestate a leggere. Inaspettato. Improvviso. Imperativo. Scritto con il desiderio di fornire un’informazione più completa – o almeno di provare a farlo – in un momento in cui tante notizie infondate sulla presunta superiorità, salutistica e non solo, della dieta senza derivati animali vengono veicolate al grande pubblico.

Questo non è un libro contro gli animali, né contro chi li ama (e ci mancherebbe). Nemmeno biasima coloro che scelgono di adottare un’alimentazione che escluda ogni derivato animale, anche se forse potrebbe fornire loro qualche strumento per affinarne la consapevolezza. Quel che contesta – e che non è più tollerabile – è il tentativo, più o meno orchestrato e a cui i media fanno frequentemente da acritica cassa di risonanza, di convertire il mondo alla scelta vegana. Un tentativo, contrariamente a quanto si vuol far credere, non supportato da sufficienti evidenze scientifiche, quando non addirittura condito da imprecisioni, approssimazioni, distorsioni, manipolazioni, esplicite falsità, che fa leva sulla suggestionabilità e a volte viene messo in atto anche con violenza, verbale e persino fisica (con buona pace del trito refrain vegano che a rendere aggressivi sarebbe il consumo di carne).

No vegan cerca di fare chiarezza sui «si dice» e di sgombrare almeno in parte il campo dalle affermazioni pseudoscientifiche, dalle considerazioni semplicistiche, dalle notizie allarmanti ma destituite di fondamento che il tam tam dei social network, tanto virale quanto spesso approssimativo – perlomeno sull’alimentazione veg e sulle sue implicazioni salutistiche – amplifica ai massimi livelli.

Le regole di scrittura impongono una certa sintesi e quindi mi perdonerete se nel testo mi rivolgo sbrigativamente a «i vegani», in un modo che sembrerebbe includerli tutti. Intendetela semplicemente per quello che è: una mera generalizzazione, adottata per evitare di annoiare con perifrasi come «molti vegani», «un numero consistente di vegetariani» e simili giri di parole che appesantirebbero il discorso.

Ho conosciuto vegani assennati, equilibrati, simpatici, miti, educati, rispettosi e, lo dico in via preventiva, non sono loro i destinatari di molti brani che leggerete. Tra l’altro, questi vegani «raziocinanti» sono la miglior dimostrazione che si può adottare una dieta priva di cibi di origine animale senza necessariamente diventare integralisti, fanatici, irragionevoli, prepotenti. Peccato siano così rari. O, se numerosi, così ben nascosti. Questo libro non ha l’obiettivo di far cambiare idea ai vegani.

Ho provato a discutere con loro decine di volte. Fidatevi: non è impossibile, è inutile. Un vegano ragiona per dogmi (ecco, vedete, sto già generalizzando) ed è impermeabile a qualunque logica, evidenza, prova scientifica, affermazione autorevole che contrasti con quanto ciecamente crede.

Quando non riesce a difendere nel merito le proprie idee e si ritrova a corto di argomenti, ha sempre qualche altra spiegazione a cui ricorrere, non importa quanto strampalata: la ricerca scientifica che assolve la carne è stata finanziata dalla lobby della bistecca; c’è un complotto ordito dalle multinazionali farmaceutiche che cercano di farci ammalare spingendoci a bere latte per vendere più medicinali; vogliono (ma chi, poi?) farci vivere nell’ignoranza dandoci notizie false per disporre di uno stuolo di consumatori supini. Queste e altre simili amenità fanno molta presa sulle menti semplici ma che credono di saperla più lunga degli altri, perfino di quelli che hanno studiato per una vita, mentre magari loro tutto ciò che sanno lo hanno letto su The China Study o visto in un paio di video pro-vegan su YouTube.

Questo libro tenta invece di fornire a chiunque vegano non sia e voglia capire come stanno veramente le cose le informazioni essenziali per poterlo fare. E prova a offrire, auspicabilmente, anche qualche strumento in più per gestire la conversazione con chi sostiene la dieta vegetaliana con affermazioni tanto evocative quanto sciocche (tipo: «L’uomo è l’unico animale che beve latte da adulto»). Lo fa basandosi interamente sugli studi e sulle ricerche scientifiche a oggi disponibili, raccolti nella corposa bibliografia alla fine del volume.

Il mio intento è quello di essere utile soprattutto a chi è indeciso e si sta interrogando se per star bene deve davvero rinunciare a ogni prodotto animale e nutrire nello stesso modo i suoi figli, come qualcuno gli ha detto. A chi da una parte ha trovato l’esagitata macchina da guerra comunicativa vegana che – soprattutto on line, ma da qualche tempo anche in TV – cerca di convincerlo che l’alimentazione 100% vegetale è la migliore al mondo e dall’altra parte non ha trovato niente.

Finora.

 

Luca Avoledo

 

Premessa del libro “No vegan” di Luca Avoledo, Sperling & Kupfer Editori. Per maggiori informazioni visitate il sito dedicato al libro stesso.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.