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L’importante economia della filiera avicola

Il tessuto produttivo che garantisce i risultati particolarmente positivi del settore avicolo italiano è formato da una moltitudine di aziende agricole e industriali fortemente legate ed integrate lungo tutta la filiera. Nel Belpaese, sono più di 700 le imprese che macellano e lavorano la carne e circa 15.600 gli allevamenti di polli e tacchini. L’avicoltura viene praticata su tutto il territorio nazionale, ma è particolarmente diffusa in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, dove si concentra più della metà del patrimonio avicolo italiano.

La filiera avicola riveste un ruolo molto importante nell’agroalimentare italiano, sia in termini strettamente economici, che per l’indotto generato. Essa produce infatti il 18% del fatturato e il 22% dell’export dell’intera industria delle carni; il 28% degli occupati, inoltre, è legato a questo settore.

Il comparto delle carni avicole è l’unico, fra quelli della zootecnia italiana, a presentare un saldo della bilancia commerciale strutturalmente e costantemente positivo, sia in quantità che in valore. L’Italia è infatti un esportatore netto di prodotti avicoli: nel 2013 sono state esportate 99.000 tonnellate di carne di pollo (per un valore economico di quasi 188 milioni di euro), a fronte di 66.000 tonnellate di prodotto importato (pari a 153 milioni di euro).

I paesi europei (in particolare Germania, Grecia, Regno Unito e Francia) costituiscono il nostro principale mercato di sbocco (circa il 60%). Nel tempo questa percentuale è diminuita (nel 2002 era l’87%), ed è aumentata, invece, la quota di export destinata ad alimentare i mercati extracomunitari, passando dal 13% nel 2002 al 40% circa nel 2013.

Sul fronte delle importazioni, si è assistito a una tendenza dal segno opposto: il peso degli approvvigionamenti dai paesi europei è aumentato dall’81% al 96%, mentre si è ridotta l’incidenza dell’import dai mercati extra-Ue (dal 19% al 4% in 10 anni). In particolare, nel 2013, oltre il 70% dell’import italiano di pollo proveniva da tre soli paesi: Germania, Paesi Bassi e Francia.

Consumare carne di pollo, insomma, più di altri prodotti alimentari di cui si sbandierano qualità “virtuose” di vario tipo, di anno in anno dà sempre più garanzie di sicurezza e di qualità.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.