
Sperimentazione animale, integralismi e inutile qualunquismo
La sperimentazione sugli animali, di cui si sta parlando molto in queste ultime settimane, è un tema dibattuto e controverso. Personalmente, credo sia nostro dovere tutelare in tutti i modi l’ambiente che ci circonda partendo proprio dal rispetto degli altri esseri senzienti, gli animali appunto.
Purtroppo, però, sia per motivi legislativi, sia per carenza di alternative universalmente accettate e riconosciute, ad oggi non è ipotizzabile l’eliminazione totale della sperimentazione sugli animali. Questo, tuttavia, non significa che si debba interrompere la ricerca di soluzioni alternative, cercando di privilegiare l’adozione di metodologie meno invasive, e bisognerebbe stimolare le autorità a modificare la legislazione in materia.
Su questo sarebbe interessante avviare un confronto aperto, mettendo in campo tutte le conoscenze disponibili e magari esercitando le giuste pressioni sulle aziende affinché si facciano parte attiva, ciascuna per le proprie aree di attività.
Invece, leggendo i commenti lasciati sulla pagina facebook di Caterina Simonsen, e gli articoli sui vari giornali on-line che hanno tratto l’argomento, si trova per lo più una marmellata indistinta di ingiurie e offese, storie di complotti e molto inutile qualunquismo.
Purtroppo la dolorosa vicenda di Caterina, ancora una volta, mette in luce come, su qualsiasi argomento, non vi sia più l’abitudine ad un confronto sulle idee, sui contenuti, sulle rispettive posizioni, che possono, come in questo caso, essere anche non negoziabili. Tutto si riduce ad un confronto tra opposte fazioni, tra clan rivali, ricordandoci una volta di più quanto spesso si sia più tifosi, che cittadini.
Ho molti amici vegetariani e animalisti, e quando con loro ho parlato di questa vicenda ho ricevuto la stessa risposta: gli integralismi non servono a nessuno e certamente non fanno il bene di un movimento sempre più consapevole della propria forza, delle proprie ragioni, scientifiche prima che etiche. Lo scontro non fa che radicalizzare le posizioni e, anziché investire energie per superare in maniera condivisa la sperimentazione sugli animali, si spendono per fortificare le proprie convinzioni.
Su una cosa però eravamo tutti concordo: l’insulto non è mai la soluzione ad un problema. Neanche in Italia, dove spesso pronunciato attraverso un comodo anonimato, è ormai stato elevato a modalità espressiva.
Fonte: greenMe.it