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Investimenti in zootecnia: benefici ambientali, sicurezza alimentare e opportunità economiche

Gli investimenti nella zootecnia sostenibile si stanno rivelando sempre più una mossa strategica per il futuro, non solo in termini di benefici ambientali, ma anche per garantire la sicurezza alimentare e generare opportunità economiche significative.

Nel nostro precedente articolo sul tema, Investire nella zootecnia sostenibile: un’opportunità per il clima e lo sviluppo, viene analizzato come il settore zootecnico possa affrontare le sfide del cambiamento climatico e contribuire allo sviluppo socio-economico.

Basandoci sul paper di Mottet, Teillard e Özkan, “Investing in low-emission and resilient livestock production: the why and how“, pubblicato su Nutrient Cycling in Agroecosystems, l’articolo infatti analizza l’importanza di un investimento consapevole e mirato da parte delle istituzioni finanziarie e delle agenzie di sviluppo verso metodi di produzione zootecnica che rispettino l’ambiente e allo stesso tempo sostengano le esigenze alimentari ed economiche delle popolazioni mondiali, soprattutto le più vulnerabili.

In questo articolo, continuiamo ad approfondire il tema, sottolineando l’importanza di un uso accorto e strategico delle risorse finanziarie. Investimenti mirati possono infatti contribuire oltre che a ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento a rafforzare la sicurezza alimentare. Nonostante le sfide esistenti, investimenti lungimiranti hanno infatti già permesso l’avvio di iniziative concrete che orientano il settore verso pratiche più sostenibili e resilienti anche in termini produttivi.


Benefici climatici e opportunità di lavoro

Investire in pratiche zootecniche sostenibili può offrire vantaggi significativi in termini di contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici e contribuire alla creazione di posti di lavoro, rafforzando così le economie locali e globali. Come spiegato nel nostro precedente articolo, adottare un approccio sostenibile all’allevamento aiuta a ridurre le emissioni di gas serra, attraverso l’utilizzo di migliori pratiche e un efficiente uso delle risorse.

Questo tipo di investimento non solo favorisce la transizione del settore zootecnico verso modelli di produzione più sostenibili, ma stimola anche l’economia tramite la generazione di nuove opportunità lavorative. L’articolo pubblicato su “Nutrient Cycling in Agroecosystems” sottolinea l’importanza di una gestione oculata del nostro limitato budget di carbonio per limitare l’innalzamento delle temperature globali, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Investimenti strategici hanno il potenziale di convertire la Co2 emessa in una significativa opportunità lavorativa, specialmente nel settore agricolo. Pertanto orientare maggiormente le risorse economiche verso questo ambito potrebbe massimizzare i benefici in termini di sviluppo economico e generazione di impiego.


Approvvigionamento di proteine e mezzi di sussistenza delle popolazioni di piccoli agricoltori e allevat
ori

Investire nel settore agricolo, compreso il comparto zootecnico, è cruciale siaper la sicurezza alimentare che per la possibilità di accedere a proteine di alta qualità per centinaia di milioni di persone. E questo nonostante i benefici non siano facilmente quantificabili.

Basandosi sui dati esaminati nel paper citato, gli allevamenti di animali da reddito contribuiscono a circa il 40% all’approvvigionamento di proteine per tonnellata di Co2 emessa. Purtroppo, si sottolinea nell’articolo, non ci sono dati disponibili sui micronutrienti (tra i quali rientrano ferro, calcio, zinco o vitamina B12), per i quali spesso si registrano carenze, ma il ruolo dei prodotti di origine animale nel fornirli è da considerarsi indiscutibile (FAO 2023).


Modelli di successo della zootecnia sostenibile

A ben vedere, esistono già esperienze che mostrano come, associando investimenti a opportuna valutazione e ricerca applicata, sia possibile creare modelli che hanno permesso significativi progressi in termini di sostenibilità, e non solo, del settore zootecnico. Nell’articolo viene ad esempio riportato il caso della FAO, che sta collaborando con importanti istituzioni finanziarie come la Banca Mondiale, Il Fondo Internazionale per lo sviluppo Agricolo (IFAD) e l’International Finance Corporation (IFC) per sviluppare investimenti che permettano di ridurre le emissioni di gas serra e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici. Il lavoro comprende la valutazione dell’impatto dei progetti zootecnici sulle emissioni, la produttività e la vulnerabilità climatica. Inoltre, si sviluppano le capacità di calcolare le emissioni di gas serra e individuare opzioni per ridurle, migliorando allo stesso tempo l’adattamento di animali e mangimi ai cambiamenti climatici.

Tra queste iniziative, spicca quella realizzata dall’IFAD in Kirghizistan, dove il “Regional Resilient Pastoral Communities Project” ha dimostrato di poter aumentare la produzione del 4% e ridurre le emissioni del 17%, migliorando la gestione zootecnica, le colture foraggere e la salute degli animali. Si tratta di un modello virtuoso che integra valutazione degli impatti e sviluppo delle competenze locali.

Ricerca, sviluppo delle competenze e investimenti lungimiranti sono quindi elementi chiave per indirizzare l’innovazione zootecnica verso modelli a basso impatto ambientale e capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Soltanto sfruttando appieno il potenziale del settore nel ridurre le emissioni e aumentare l’efficienza produttiva sarà possibile coniugare efficacemente la tutela del clima alla sicurezza alimentare di centinaia di milioni di persone. Gli investitori dovrebbero quindi sostenere con convinzione questo percorso, rendendo i sistemi zootecnici globali pienamente compatibili con le sfide climatiche del nostro tempo.

Sugli esempi virtuosi e sostenibili, segnaliamo il nostro approfondimento sui dati Ispra relativi al contesto italiano.

Content Manager e storyteller 2.0. Fa parte del network di Eco Connection Media. Redattrice per il webmagazine Economia Circolare. Scrive anche su e-cology.it. Si occupa di strategie di comunicazione web, gestione social, consulenza 2.0 e redazione news e testi SEO. Per Green Factor, all’interno dell’ufficio stampa, si occupa delle relazioni istituzionali.