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carne e diabete

La carne rossa causa il diabete? Forse solo ad Harvard…

Nonostante i migliori studi lo smentiscano da almeno due decenni, ad Harvard (!) c’è chi continua contro ogni evidenza a sostenere che la carne rossa causi il diabete di tipo 2. Perché?

La campagna contro la carne rossa non sembra volersi arrestare. Gli esperti cominciano allora a porsi delle domande e a chiedersi il motivo di tanto ingiustificato accanimento. A proposito, la divulgatrice scientifica Nina Teicholz fa chiarezza e spiega che dietro a tutto questo c’è il Dr. Walter C. Willett, Presidente per 25 anni del Dipartimento di Nutrizione dell’influente Harvard TH Chan School of Public Health (HSPH), e convinto sostenitore della dieta vegetariana.

La sua crociata contro la carne non ha alcun fondamento scientifico, ma è un misto di ambizione personale, interessi finanziari e pregiudizi. Insomma un chiaro esempio di cattiva scienza, che caratterizza anche il suo ultimo studio. In esso, Willett sostiene che il consumo di carne rossa e salumi sia fortemente associato ad un aumento del rischio di diabete di tipo 2. Si tratta di uno studio osservazionale di coorte, ossia di più bassa qualità scientifica, perché non mostrano nessuna evidenza di causalità e sono pieni di fattori confondenti.

UNO STUDIO NON RIGOROSAMENTE SCIENTIFICO

Ad esempio, nella definizione di carne rossa qui sono incluse le lasagne e i panini, cosa sbagliatissima quando si vuole valutare con rigore l’effetto di un cibo sulla salute. Ecco perché in questo caso lo studio non è accurato, in quanto il rischio può essere causato dal pane, dalle patatine o dalle bibite gassate zuccherate che si mangiano insieme alla carne, e non dalla carne stessa.

Ovviamente, i risultati dello studio hanno attirato l’interesse della stampa che ha subito diffuso articoli dai titoli sensazionalistici. Ma gli studiosi che di scienza ne capiscono non ci cascano al contrario, restano sbigottiti di fronte a questo tipo di pubblicazione, dal momento che ci sono meta-analisi e revisioni sistematiche di qualità scientifica superiore, che hanno già ampiamente provato che la carne non aumenti la glicemia, la resistenza all’insulina, l’infiammazione e il rischio di diabete di tipo 2. Che la carne non causi il diabete è evidente anche dall’andamento dell’incidenza di questa patologia, che è aumentata di pari passo con la diminuzione del consumo di carne e l’incremento dei suoi sostituti pieni di carboidrati. La carne non contiene zuccheri, non provoca il picco di glicemia nel sangue e il diabete è una patologia nata solo di recente, mentre consumiamo carne da migliaia di anni.

Ma la prova definitiva è data dalle ricerche di fase 3, cioè i numerosi studi clinici, di massimo rigore scientifico, che mostrano che quando le persone sono incoraggiate a mangiare più carne rossa eliminando cereali, amidi e zuccheri, sono in grado addirittura di invertire il diabete di tipo 2, riuscendo quindi a far scomparire i sintomi del diabete seguendo una dieta ricca di carne rossa. In pratica, la ricerca su questa questione è arrivata alla sua fase conclusiva, confutando l’ipotesi iniziale. Invece Willett continua a pubblicare studi di fase 1 sull’ipotesi e a dare i risultati fallaci in pasto ai media affamati di click. Persino i suoi studi di seconda fase non sono riusciti a confermare le sue ipotesi, in quanto lui stesso nelle conclusioni ammette che “un effetto non è stato visto”.

I CIBI VEGETALI ULTRA-PROCESSATI

Eppure continua ad ignorare volontariamente le prove contrarie e a promuovere le fonti proteiche vegetali come più salutari e migliori per il pianeta, quando anche qui è vero il contrario. Anzi, sono proprio i cibi vegetali ultra-processati pieni di additivi, amidi, zuccheri, oli raffinati e grassi idrogenati ad aumentare il rischio di patologie cardiovascolari, ictus, obesità e diabete. Perché allora negare l’evidenza e continuare a lottare contro la carne, quando tutti i nutrizionisti ne sostengono la vitale importanza in una dieta completa, per il suo insostituibile valore nutritivo?

Il motivo è ben presto spiegato”, commenta Nina Teicholz: “Da 30 anni Willett è mosso da convinzioni ideologiche, legate a una vera chiesa che promuove i vegani, con innegabili conflitti di interessi finanziari che interferiscono con la pura ricerca della scienza. Questo è preoccupante, dal momento che Willett è autore di quasi 100 articoli accademici su carne rossa e malattie e tutti si basano su ipotesi. Nessuna delle sue conclusioni sulla carne rossa è stata confermata dall’esperimento. Se ipotizzo che i profumi facciano male ai polmoni, prima di dirlo alla stampa, devo testare l’ipotesi, altrimenti potrei indurre le persone a evitare inutilmente i profumi e arrecare danni irreparabili alle aziende produttrici di profumi. Tuttavia Willett da anni promulga le sue ipotesi ai media senza effettuare test o anche nonostante i test abbiano comprovato esattamente l’opposto. I suoi articoli vengono quasi sempre comunicati alla stampa dal team di pubbliche relazioni di Harvard, generando titoli onnipresenti. Il suo obbiettivo è che le sue convinzioni raggiungano le più alte sfere del potere, influenzando le raccomandazioni politiche per l’intero globo”.

CONFLITTO DI INTERESSI

Willett ha collaborato anche come co-presidente della Commissione EAT-Lancet alla messa a punto della dieta universale, con quantità quasi nulle di carne e valutata da tutti gli esperti e in seguito addirittura dallo stesso The Lancet come carente e dannosa per la salute. “Il suo attivismo antiscientifico e le sue radici vegetariane nate dalla Chiesa avventista del settimo giorno, promotori di una dieta vegana come credo religioso, fanno gravi danni”, continua la divulgatrice scientifica: “Inoltre, Harvard ha sempre ricevuto e riceve tutt’ora ingenti donazioni da fondazioni interessate alla sostenibilità ambientale e aziende produttrici di cibi vegetariani, che spingono verso l’eliminazione del consumo di carne”.

Eppure Willett dichiara quasi sempre nei suoi documenti di non avere conflitti di interessi, nonostante il suo impegno di lunga data verso il vegetarianismo o i suoi interessi finanziari. Viene considerata come una fonte obiettiva e, ovviamente, il nome di Harvard è una garanzia. “È preoccupante il modo in cui la scienza è stata degradata”, spiega l’esperta: “Con Harvard, tra le università più antiche e autorevoli che promuove ipotesi dubbie e confutate come fondamento per le politiche pubbliche, abbiamo perso i nostri ancoraggi scientifici. Bisognerebbe poi che la prima fase di qualsiasi ricerca, ovvero la generazione di ipotesi, venisse svolta senza troppa attenzione da parte dei media, perché una volta diffusa un’idea, ad esempio che la carne causa il diabete, è difficile ritrattarla e spiegare come stanno le cose. Una bugia fa il giro del mondo prima che la verità abbia fatto il suo passo”.

Per approfondire la questione, consigliamo la visione del video (in inglese) qui sotto, in cui Vinnie Tortorich ospita nel suo “Fitness Confidential Podcast” la stessa NinaTeicholz.

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.