L’importanza delle proteine animali nei pazienti oncologici
Diventare vegani dopo una diagnosi di cancro non è una buona idea. Un nuovo studio rivela l’importanza delle proteine animali nel trattamento dei pazienti oncologici.
Diventare vegani dopo una diagnosi di cancro non è una buona idea. A dirlo è uno studio pubblicato su Clinical Nutrition, in cui emerge l’importanza delle proteine animali nel trattamento dei pazienti oncologici. Le proteine della carne, latte, pesce e uova avrebbero infatti un ruolo di rilievo per il trattamento attivo del cancro, con risultati significativamente migliori nei pazienti in terapia. Questo effetto sembra essere dovuto all’impatto positivo delle proteine animali sull’anabolismo muscolare, superiore rispetto alle proteine vegetali, grazie alla composizione ottimale degli amminoacidi che promuovono la salute dei muscoli.
Garantire la copertura dei fabbisogni nutrizionali, incluso quello proteico, che è più elevato nei pazienti oncologici, è cruciale per prevenire e minimizzare gli effetti negativi sulla salute, come la perdita muscolare che viene spesso osservata in presenza di tumori. Un’alimentazione ottimale durante il trattamento del cancro può alleviare significativamente i sintomi, migliorare la salute, la qualità della vita, aumentare la probabilità di successo delle cure e quindi la sopravvivenza.
Spesso ridurre o eliminare la carne e i cibi animali viene erroneamente consigliato al fine di “curare” e guarire il cancro, ma questa conversione non solo non porta benefici ma è anche dannosa per la salute. Mentre ridurre il consumo di alcool ha portato evidenti risultati, le diete vegane o vegetariane hanno destato preoccupazione, a causa dell’importanza delle proteine animali per la salute dei muscoli scheletrici che, sempre in seguito a una diagnosi di cancro, mina la capacità di sostenere la massa muscolare.
Le #proteineAnimali avrebbero un ruolo di rilievo per il trattamento attivo del #cancro, con risultati significativamente migliori nei pazienti in terapia, a dirlo uno studio pubblicato su #ClinicalNutrition. Condividi il TweetLa perdita di massa muscolare è una delle caratteristiche distintive in caso di cancro e malnutrizione che porta una minore tolleranza al trattamento e una diminuzione della probabilità di sopravvivenza. Data quindi l’importanza della salute muscolare nel contesto oncologico, nello studio viene analizzato il potenziale impatto delle fonti proteiche animali (manzo, maiale, pollo, pesce, uova, latte, formaggio) e vegetali (verdure, legumi, cereali e soia) sull’anabolismo muscolare nel cancro, al fine di suggerirne un rapporto ottimale di assunzione.
Un introito insufficiente di proteine di alta qualità come quelle animali, peggiora l’anoressia infiammatoria che si verifica in caso di cancro e gli effetti avversi delle terapie, aggravando il catabolismo e la perdita muscolare. Le proteine vegetali si sono rivelate meno efficiaci a causa dell’ossidazione degli aminoacidi a cui queste vanno soggette, alla minor sintesi proteica muscolare e al contenuto di leucina inferiore rispetto alle proteine animali.
Anche la presenza di fattori anti-nutrizionali delle proteine vegetali, come gli inibitori della tripsina, tannini e fitati, influisce negativamente sulla digeribilità e la disponibilità di aminoacidi. Inoltre le proteine vegetali resistono alla proteolisi nel tratto gastrointestinale, diminuendone la digeribilità, cosa particolarmente preoccupante per chi soffre di tumori gastrointestinali. Infatti, questo porta ad un aumento della quantità di proteine non digerite nel colon, che alterano il metabolismo microbico, generando metaboliti dannosi che possono influenzare negativamente la salute muscolare.
Garantire la copertura dei fabbisogni nutrizionali, incluso quello proteico, che è più elevato nei #pazientiOncologici, è cruciale per prevenire e minimizzare gli effetti negativi sulla salute, come la perdita di #massaMuscolare. Condividi il TweetÈ inoltre necessario un volume maggiore di proteine vegetali rispetto ai prodotti di origine animale per ottenere un’adeguata assunzione di aminoacidi, cosa tutt’altro che positiva in caso di cancro, in cui è fondamentale un adeguato apporto proteico da un volume minore di cibo, che solo la maggiore qualità delle proteine animali riesce a fornire.
Aumentare quindi l’assunzione di proteine di alta qualità come quelle animali (1,2-2 g/kg/giorno totali) ha un effetto protettivo, costituiscono una cura nutrizionale ottimale e possono essere incluse in modo sicuro nella dieta. Pertanto, in base ai risultati dello studio si raccomanda che le proteine animali dovrebbero costituire come minimo il 65% della dieta dei pazienti oncologici, percentuale considerata come un punto di partenza ottimale per sostenere l’anabolismo muscolare per le persone sottoposte a trattamento attivo del cancro. Gli autori concludono che le linee guida dietetiche attuali dovrebbero aggiornarsi, tenendo in considerazione questi risultati per le raccomandazioni nutrizionali future.