TOP
dg AGRI

DG AGRI: “Iniziative green costose e problematiche”

La strategia Farm to Fork rischia di rivelarsi un grande flop. E le iniziative “green” della Commissione europea più costose e problematiche che altro. Parola di DG AGRI.

La strategia Farm to Fork rischia di rivelarsi un grande flop. La Direzione Generale per l’Agricoltura della Commissione, DG AGRI, ha scritto lo scorso dicembre il documento “Panoramica dei temi politicamente sensibili”. L’obiettivo era di dare al Commissario per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski, tradizionalmente difensore degli interessi degli agricoltori conservatori nell’UE, una valutazione aggiornata delle 31 politiche verdi che hanno un impatto sull’alimentazione e sull’agricoltura. Secondo la DG AGRI, che è ancora il gestore dei mercati agricoli e dell’erogazione di sovvenzioni per miliardi di euro nell’ambito della politica agricola comune (PAC), la situazione attuale non è così buona, criticando diverse procedure green proposte.

Ad esempio, come afferma il documento della DG AGRI, il nuovo regolamento della Commissione europea per ripristinare la natura e migliorare l’economia circolare è politicamente complesso per il settore agricolo, definendolo un piano “costoso” che avrà un forte impatto sul bilancio della PAC. La legislazione propone di ripristinare il 20% degli ecosistemi degradati dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050, accusando l’agricoltura intensiva come uno dei principali colpevoli della perdita di biodiversità. Secondo la DG AGRI, l’iniziativa volta a migliorare la salute del suolo e la revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED) incideranno pesantemente sul bilancio della PAC e sugli allevamenti bovini, creando obblighi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, non è chiaro come l’imminente regolamento sulle certificazioni per la rimozione del carbonio si allineerà con la lista degli investimenti green dell’UE.

La strategia #FarmToFork rischia di rivelarsi un grande #flop. E le iniziative #green della #CommissioneEuropea più costose e problematiche che altro. Parola di #DGAGRI. Condividi il Tweet

Inoltre, la proposta di affrontare il greenwashing da parte delle aziende è stata praticamente distrutta nella nota della DG AGRI, giudicata troppo onerosa, poiché il metodo dell’Impronta Ambientale del Prodotto per verificare le indicazioni green non è adatto al settore alimentare e agricolo. Questo perché, secondo la DG AGRI, la metodologia non può cogliere i risvolti positivi generati dall’agricoltura sull’ambiente e la comunità agricola ha espresso molte preoccupazioni a riguardo. Per tutte queste ragioni, la maggior parte delle ambiziose riforme green dell’UE in materia di alimentazione rischia di essere ritardata o addirittura bloccata da lotte politiche tra agricoltori, funzionari dell’UE e diplomatici.

Il documento della DG AGRI sostiene che vi siano preoccupazioni anche in merito alle riforme sull’approvvigionamento di cibo “green” nelle mense pubbliche o sull’innalzamento degli standard di benessere degli animali, che potrebbero far salire ulteriormente i prezzi dei prodotti alimentari quando l’inflazione è già drammaticamente pesante. È stata ritardata pure la proposta di creare profili nutrizionali per la quantità di zuccheri o grassi come soglie legali che un alimento può contenere per dichiararsi sano, descritta dalla DG AGRI come “potenzialmente altamente sensibile”. Anche l’uso di colture geneticamente modificate in agricoltura è considerato argomento “altamente sensibile”.

In breve, nella strategia Farm to Fork ci sono molti punti sensibili che la rendono incapace di raggiungere gli obiettivi del Green New Deal. Se molte cose non cambieranno, come scrive il portale Politico, sarà un “Farm to Flop“. Insieme a European Livestock Voice, partner di Carni Sostenibili, già un anno fa abbiamo sottolineato i nove principali paradossi della strategia F2F. Forse, invece di abbandonare tutto dopo tanti sforzi, è giunto il momento di affrontare la realtà e riformare tale strategia per il bene del Green Deal e della sostenibilità dell’Unione europea. Che, dobbiamo ricordarlo, non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.