TOP

Metano dei ruminanti: iniziative per ridurle

Per ridurre le emissioni di metano connesse alla produzione di carne e latte, si sta agendo su numerosi fronti, incluso quello dei mangimi.

Gli allevamenti di bovini sono considerati da molti fra i principali responsabili delle emissioni di gas a effetto serra. Questo perché i ruminanti liberano nell’ambiente il metano prodotto dai meccanismi fisiologici della digestione. Anche se in realtà il loro contributo al cambiamento climatico non è così ingente, sono molte le iniziative per agire sul tipo di foraggi e mangimi somministrati agli animali per ridurre il metano enterico, generato con la fermentazione delle fibre presenti nell’erba e nei cereali da parte dei microbi presenti nell’apparato digerente dei ruminanti.

Il metano è 28 volte più potente dell’anidride carbonica, considerando un arco temporale di 100 anni (GWP100), ed è responsabile di quasi un quarto del riscaldamento globale. In Svezia, per arginare la problematica del metano prodotto dai ruminanti, è in sperimentazione un progetto pilota chiamato Lome, “Low on Methane“, ossia carne bovina a ridotto contenuto di metano, acquistabile in alcuni supermercati svedesi. Lo studio, partito a inizio 2022, sfrutta un integratore alimentare 100% naturale di Volta Greentech per bovini – una delle aziende che partecipano al progetto – a base di alga rossa Asparagopsis, coltivata sulla terraferma.

Nell’ambito dello studio, i capi ricevono l’integratore come parte della loro alimentazione quotidiana per tre mesi consecutivi prima della macellazione. L’efficacia della riduzione delle emissioni di metano delle vacche alimentate con questo supplemento di alga rossa è legata alla dose e al programma di dosaggio e solo dopo vari test si è arrivati a meno 92% di gas prodotto. Se aggiunto nell’alimentazione dei bovini, l’integratore ha la capacità di limitare la formazione di gas nel rumine degli animali senza conseguenze sulla loro salute, sul sapore della carne, sulla produzione o sulla qualità di latte e formaggi. Anzi, la riduzione della sintesi enterica di metano potrebbe dare maggiore energia per la lattazione, con vantaggi sulla produzione lattiero-casearia.

In Svezia la strada sembra tracciata: ad oggi le emissioni di metano legate alla fermentazione enterica dei bovini rappresentano il 5,7% delle emissioni totali di gas serra del Paese e costituiscono la maggior parte delle emissioni di metano. Non a caso la Svezia è tra i 117 firmatari del Methane Pledge concordato lo scorso anno alla COP26 di Glasgow, che ha stabilito l’obiettivo di una riduzione del 30% di metano entro il 2030. Quindi affrontare le emissioni di gas dai bovini è una sfida importante per raggiungere gli obiettivi climatici.

Anche in Italia qualcosa si muove, grazie a un prodotto frutto della combinazione di sostanze naturali, che può aumentare la produzione di carne e di latte nei bovini, riducendo le emissioni di metano in atmosfera. Si chiama Anavrin ed è un complemento alimentare naturale per ruminanti che mixa olii essenziali, tannini e bioflovanoidi selezionati appositamente per supportare e migliorare la funzione del rumine.

Nello specifico, gli olii essenziali – geranio, tannini di castagno, coriandolo – e una componente importante di bioflavonoidi dell’olivo sono in grado di trovare l’equilibrio ideale per ridurre la produzione di metano ottimizzando l’efficienza digestiva e migliorando il benessere dell’animale perché riducono lo stato pro-infiammatorio. Il prodotto ha ricevuto la validazione ufficiale da Carbon Trust, ente di riferimento internazionale, che in base ai risultati di test e prove realizzate in laboratorio e nelle stalle, ne ha riconosciuto la capacità di ridurre le emissioni nei ruminanti.

La sperimentazione in Sud America ha coinvolto 450mila capi analizzati da vari istituti italiani e internazionali – tra cui l’Università di Sassari, l’Università di Milano, l’Università federale di Santa Maria in Brasile e l’Università di Montevideo in Uruguay. Dai risultati è emerso che un utilizzo del prodotto da parte degli allevatori (pari a 1 grammo di additivo al giorno ogni trecento chili di peso vivo dell’animale) può incrementare quotidianamente la produzione di carne nei bovini tra i 70 e gli 80 grammi e di un litro e mezzo di latte. Inoltre, si riducono le emissioni nei ruminanti tra il 13 e il 25%.

In conclusione, c’è un incremento delle performance del ruminante, una minore assunzione di materia secca, miglior benessere animale e una riduzione consistente delle quantità di metano emesse in atmosfera.

Giornalista ed eco blogger, da sempre si occupa di temi legati alla sostenibilità ambientale e al food. Scrive per testate giornalistiche sia cartacee sia online e per blog aziendali. È laureata in Sociologia, con indirizzo Territorio e ambiente, all'università La Sapienza di Roma.