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Pulina: “I funghi come alternativa alla carne? Pericolosi”

Fra le alternative che mirano a sostituire i prodotti carnei, più per motivi di profitto che di presunta tutela del pianeta, ne arriva una potenzialmente pericolosa: i funghi al posto della carne.

Sembra ci sia chi voglia sostituire a tutti i costi la carne, l’alimento più nutriente, e il più bistrattato. Dopo la fake meat vegetale iper-processata, la carne artificiale coltivata in laboratorio e la bistecca stampata in 3D, adesso arrivano anche i funghi, che vengono presentati come la nuova frontiera alternativa alla carne. Secondo i fautori di questo nuovo “cibo del futuro”, il micelio presenta il vantaggio di essere meno processato rispetto ai surrogati vegetali, cresce in poco tempo e una volta raggiunta una massa densa, tridimensionale, morbida e fibrosa simile alla carne, può assumere le sembianze di manzo, pollo, maiale e anche del pesce.

Ci credono alcuni investitori e start up in tutto il mondo, pronte a vendere questi novel foods, in attesa di un chiarimento normativo ed il via libera delle autorità alimentari, dopo aver superato una serie di indagini e controlli relativi alla loro sicurezza per la messa in commercio. Ne ha parlato di recente Il Sole 24 Ore in un articolo, ma abbiamo voluto chiedere il parere di un esperto in materia, il Professor Giuseppe Pulina, Presidente di Carni Sostenibili e tra gli scienziati più autorevoli al mondo, per sapere se i funghi possano davvero essere dei validi sostituti della carne.

“I funghi da sempre sono considerati sostituti poveri della carne, tanto che in molti dialetti sono chiamati proprio così: in sardo il Pleurotus è detto Cardulinu e petza, cioè fungo di carne” – commenta Pulina – “Ma usare il micelio di funghi monocellulari per scopi alimentari richiede molta attenzione, in quanto il regno fungino è uno di quelli con maggiori rischi di mutazione. I funghi sono fra gli “alimenti” più pericolosi in assoluto per tossicità acuta e cronica e c’è un’ampia letteratura, non solo scientifica, a riguardo”.

Insomma, non è così semplice come sembra e non è tutto oro quel luccica: “Le caratteristiche nutrizionali del fungo sono quanto di più distante dalla carne e pertanto dovranno essere geneticamente modificati e fortemente additivati per renderli simili alla carne vera” – continua Pulina – “All’orizzonte ci sono le alghe e poi i protozoi, i batteri e magari i micoplasmi e qualsiasi forma vivente possa proliferare su substrati artificiali. Mi sembra però che più che voglia di salvare il mondo questi “profeti” abbiano voglia di riempire i portafogli ai danni dei gonzi e alla faccia della precauzione, che deve informare chi produce cibi sintetici e sofisticati prima anche di annunciarne il miracoloso avvento”.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.