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GreenItaly 2021: settore agricolo italiano sostenibile

Il settore agricolo italiano si conferma un esempio di sostenibilità, anche a livello europeo. Cosa si dice nel Rapporto GreenItaly 2021 a riguardo?

Il settore agricolo italiano si conferma esempio di sostenibilità. Lo conferma il Rapporto GreenItaly 2021, una ricerca condotta dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere che ogni anno fa il punto sul mondo della Green Economy, raccontando come l’Italia sia in grado di cogliere le grandi sfide ambientali e della transizione ecologica puntando su innovazione e ricerca e sviluppando il valore economico delle imprese e del Paese.

Il settore agricolo italiano è tra i più virtuosi in termini di sostenibilità in Europa

La sostenibilità è un elemento presente nelle strategie industriali di tutti i settori dell’economia italiana e i principi dell’economia circolare sono ormai largamente adottati all’interno delle aziende del made in Italy. Abbiamo quindi deciso di realizzare un articolo con un focus che riporti alcuni dei passaggi del report Greenitaly relativi al comparto agricolo.

Il settore agroalimentare italiano è riuscito a superare le difficoltà legate all’emergenza Covid-19 grazie ad un modello di sviluppo unico in grado di raggiungere elevati standard produttivi pur mantenendo l’attenzione al fattore “green”. In Europa il settore agricolo italiano, si legge nel report, è tra i più virtuosi in termini di sostenibilità.

Una specificità del Belpaese – registra Greenitaly – composta da un mix di ingredienti peculiari proprio per ciò che concerne l’agricoltura. Tra essi vi è la gestione del territorio che, oltre a contribuire alla bellezza dei nostri paesaggi, previene il verificarsi di eventi idrogeologici avversi (purtroppo così frequenti nel nostro Paese), la tutela della biodiversità, il biologico in continua crescita, l’efficienza nell’uso della chimica e dell’acqua, le energie rinnovabili (quali il biogas e il fotovoltaico) che spesso valorizzano i sottoprodotti o gli scarti di produzione in un’ottica di economia circolare, fino alle nuove tecnologie e al contributo – in questo cammino verso l’innovazione – di nuove competenze.

In termini di risultati si registra infatti un taglio del 32% dei prodotti fitosanitari utilizzati tra il 2011 e il 2019, mentre alcuni paesi Europei evidenziano un peggioramento: la Francia, dopo un trend in aumento, ritorna nel 2019 ad usare lo stesso quantitativo impiegato nel 2011, mentre in Austria e in Spagna si registra addirittura un aumento dei volumi di prodotti fitosanitari impiegati.

Vi è poi un dato da sottolineare con particolare rilievo: sul fronte delle emissioni del comparto agricolo, l’Italia si afferma tra i paesi più sostenibili a livello comunitario con appena il 7,2% di tutte le emissioni a livello nazionale (30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in Italia), che sono inferiori della metà del dato registrato in Francia (76 milioni di tonnellate), di quello tedesco (66 milioni di tonnellate) e inferiori anche del dato del Regno Unito (41 milioni) e della Spagna (39 milioni).

Non stupisce quindi che l’agricoltura italiana registri una quota di emissioni per unità di prodotto nettamente inferiore a quella delle principali economie europee. Il raggiungimento di questi risultati è determinante in relazione al conseguimento degli obiettivi fissati dall’UE che mira, entro il 2035, a raggiungere la neutralità climatica nei settori dell’uso del suolo, della silvicoltura e dell’agricoltura, comprese le emissioni agricole diverse dalla CO2, come quelle derivanti dall’uso di fertilizzanti e dall’allevamento.

Biodiversità, agricoltura e allevamenti: un trinomio importante

L’Italia detiene il primato della biodiversità europea grazie alla presenza, sul territorio nazionale, di 7.000 specie vegetali, di 58.000 specie animali, di 504 varietà iscritte al registro viti (contro le 278 della Francia) e di 533 varietà di olive (70 spagnole).

Sono molteplici i progetti che dimostrano che oggi l’agricoltura può essere custode di biodiversità ma anche dei territori.

Nel contrasto all’erosione genetica – come racconta il report – gli accordi di filiera ricoprono un ruolo strategico poiché contrastano l’abbandono delle aree marginali in un’ottica di sostenibilità (economica ed ambientale) per il settore agroalimentare.

“I contratti di filiera sono strumenti dell’economia contrattuale in grado di valorizzare le attività delle aziende agricole e contemporaneamente agire sulla tutela dell’ambiente, di razze non “mainstream”, del paesaggio e del benessere animale. Il tutto senza tralasciare l’impatto sociale delle iniziative e riducendo lo squilibrio lungo la filiera che vede la fase produttiva spesso penalizzata”, si legge in GreenItaly 2021.

L’esempio virtuoso di Bonifiche Ferraresi

Nel documento 2021 viene riportato l’esempio virtuoso del progetto di filiera sulla carne bovina (con Filiera Bovini Italia, Inalca, Bonifiche Ferraresi) che sostiene una filiera 100% italiana, di qualità e sostenibile.

Bonifiche Ferraresi – racconta il report – promuove l’allevamento di vacche nutrici nostrane delle razze specializzate Limousine e Charolaise per garantire la produzione di ristalli nazionali assicurando un’equa e giusta remunerazione agli allevatori attraverso accordi pluriennali.

Un esempio concreto nel quale, da un lato, la filiera si riduce non dovendo richiedere l’import dall’estero, ma che, al contempo, consente di mantenere presidi territoriali fondamentali nella lotta contro l’abbandono di aree interne.

Il Belpaese rimane primo anche nel biologico, con il più alto numero di aziende impegnate – oltre 80mila – ed una superficie coltivata a biologico aumentata del 79% negli ultimi dieci anni. Nella chimica verde l’Italia è tra i leader mondiali grazie ad una vasta gamma di prodotti biodegradabili e compostabili sempre più utilizzati in filiere che vanno dall’agricoltura alla cosmesi e che integrano nei processi produttivi, in maniera sempre più marcata, materie prime seconde derivate da rifiuti e sottoprodotti.

Emerge inoltre che il settore agricolo italiano, riuscendo a coniugare tutela dell’ambiente, qualità delle produzioni e crescita economica del Paese, riveste un ruolo di primo piano in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, anche in relazione agli obiettivi connessi alle risorse stanziate dal Recovery Plan.

Per approfondire tutti i temi legati ad agricoltura e zootecnia potrete analizzare i dati riportati nel rapporto scaricabile gratuitamente dal sito della Fondazione Symbola. Temi interessanti su cui continueremo a fare informazione.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.