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Farm to Fork: più opportunità o ostacoli?

 

Si è tenuto oggi in diretta streaming “Alimentazione e Allevamento: chi decide il futuro per l’Europa?” l’evento di approfondimento sulla Farm to Fork promosso da Eunews in collaborazione con Carni Sostenibili e European Livestock Voice. Dopo il lancio del video appello “I 9 paradossi della Farm to Fork”  il settore zootecnico europeo prosegue nella ricerca di un dialogo costruttivo con le istituzioni UE volto a ottenere un maggiore coinvolgimento nel processo legislativo che porterà all’applicazione della strategia destinata a orientare le politiche agroalimentari comunitarie nei prossimi decenni.

“Il nostro futuro post-covid non può e non deve semplicemente essere “torniamo alla normalità”. Ogni attore deve recitare il proprio ruolo per raggiungere la transizione verso dei sistemi alimentari sostenibili. L’allevamento è uno dei settori essenziali dell’agricoltura europea ed è parte della soluzione, io conto che questo settore faccia tutti gli sforzi verso una produzione sostenibile in linea con gli obiettivi del Green Deal” ha detto Claire Bury della Commissione Ue, Vice Direttrice Generale DG SANTE che ha partecipato al dibattito.

E proprio sui rischi e le opportunità della strategia Farm to Fork è intervenuto Luigi Scordamaglia, Presidente di Assocarni e rappresentante per l’Italia dell’associazione Carni Sostenibili. “Una straordinaria opportunità – dice Scordamaglia – ma anche un rischio, e cioè che questa transizione verde non sia guidata da un approccio obiettivo e razionale, basato su numeri e dati, bensì sia condizionata da approcci ideologici o peggio ancora strumentali e questo trasformerebbe un’opportunità in una sconfitta per i produttori ma anche per i consumatori europei”. E sulla sostenibilità che è sempre più il perno su cui si accende il dibattito, il Presidente Scordamaglia ricorda: “A chi pensa di diventare sostenibile tornando ad usare l’aratro in legno, faccio presente che i risultati di sostenibilità raggiunti in Italia derivano dall’essere il secondo paese al mondo nell’uso dei robot e nell’automazione del settore alimentare. Siamo l’ottava economia al mondo per PIL, ma solo la terzultima per emissioni di Co2, per quanto poco ne emettiamo. È questa la via alla sostenibilità che vogliamo”, – ha concluso Scordamaglia.

“Credo che la strategia Farm to Fork proposta dalla Commissione per le filiere agroalimentari sia di alto valore per un coinvolgimento efficace sia dei consumatori che degli operatori. Dobbiamo però valutare gli impatti di questa strategia anche a livello economico e sociale: è una responsabilità verso i cittadini e anche per gli operatori che sono impegnati a garantire l’accessibilità al cibo” ha affermato Herbert Dorfmann, Deputato Europeo, Commissione AGRI e ha concluso ribadendo che “per essere sostenibili è imprescindibile un approccio scientifico”.

Su posizioni distanti ma non diametralmente opposte Jytte Guteland, deputata europea Gruppo dell’Alleanza progressista dei Socialisti & Democratici che sottolinea la necessità di un cambiamento di passo anche nel settore zootecnico in vista di un obiettivo di sostenibilità che oggi, secondo la deputata, ancora non sembra essere raggiunto. “Di fronte alla strategia Farm to Fork ci sono molte sensibilità, ma va ricordato che stiamo attraversando un momento storico, il Green Deal che rappresenta un passo fondamentale per le generazioni future. Deve essere chiara la direzione – ha detto Guteland – sulla sostenibilità sebbene molto sia stato fatto, c’è ancora da lavorare ma possiamo farcela. Gli allevatori oggi sono i veri eroi del quotidiano perché il cibo è fonte di vita. Serve però un futuro sostenibile per questo settore, una nuova direzione dell’Europa nella distribuzione degli incentivi che devono essere destinati soprattutto a quegli allevatori che decidono di orientarsi alla sostenibilità”. E ha concluso “In sintesi possiamo dire che gli allevatori non sono parte del problema ma della soluzione”

Infine, Pekka Pesonen, Segretario Generale Copa – Cogeca intervenuto in rappresentanza di European Livestock Voice, l’associazione che riunisce gli organismi europei della filiera zootecnica, ha ricordato l’impegno in termini di sostenibilità della zootecnia sottolineandone il

valore economico. Oggi, infatti, il settore rappresenta circa il 40% dell’intero comparto agricolo europeo per un valore di 170 miliardi di euro con 4 milioni di addetti. “Quello di cui abbiamo bisogno – ha concluso Pesonen – è che l’Unione Europea implementi politiche che consentano al settore agricolo di apportare le modifiche necessarie a mantenere autonomo il nostro modello di produzione, affinché sostenga le nostre tradizioni culinarie conosciute in tutto il mondo, contribuisca allo sviluppo economico delle zone rurali, supporti l’economia circolare e risponda alle aspettative future dei consumatori”.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.