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“I divoratori del pianeta”: troppe e gravi imprecisioni

Il professor Giuseppe Pulina, Presidente Onorario dell’Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali (ASPA) e Presidente di Carni Sostenibili, fa il punto su alcune delle gravi imprecisioni contenute nell’episodio “I divoratori del pianeta” della trasmissione “Sapiens – Un solo pianeta”, condotta da Mario Tozzi su Rai Tre sabato 28 marzo 2020.

In merito alla trasmissione “Sapiens – Un solo pianeta” del 28 marzo 2020 condotta da Mario Tozzi abbiamo riscontrato alcune gravi imprecisioni riguardanti il mondo della produzione di carne e gli impatti che essa ha sull’ambiente. Una presa di posizione che dispiace, e ancor di più in questo momento, in cui il settore agroalimentare è sottoposto a un grande sforzo per garantire a tutto il Paese cibo disponibile, buono e sicuro. Carni Sostenibili, associazione no profit che si occupa di diffondere il consumo consapevole e la produzione sostenibile di carne e salumi, da sempre predilige un approccio scientifico ai temi connessi al settore, scevro di preconcetti e basato su dati verificabili. E proprio in virtù di questa nostra mission che riportiamo le precisazioni che seguono.

Una presa di posizione che dispiace, quella di #MarioTozzi e #RaiTre, in un momento in cui il settore agroalimentare è sottoposto a un grande sforzo per garantire #cibo a tutti. Condividi il Tweet

Innanzitutto, vorremmo ricordare che la Terra per centinaia di milioni di anni ha conservato il carbonio nel proprio sottosuolo sotto forma di carbonio, petrolio e gas naturale. Da circa 150 anni a questa parte abbiamo iniziato ad estrarre carbonio e a buttarlo nell’atmosfera e questo ha costituito l’unica fonte di incremento dei gas serra che ha dato origine a quello che oggi chiamiamo cambiamento climatico. L’anidride carbonica ha una vita in atmosfera di 1000 anni. Negli allevamenti bovini il metano deriva sì dalle fermentazioni ruminali degli alimenti, ma viene riconvertito in anidride carbonica che poi viene riassorbita dalle piante che a loro volta diventano cibo per gli animali, in un ciclo che dura 10 anni.

La produzione di #carne in #Italia emette il 3,5% di tutti i #GasClimalteranti. Un decimo di quello che si è affermato nella trasmissione di #MarioTozzi. Condividi il Tweet

Errato, se non scorretto, attribuire al settore delle carni il 36% delle emissioni totali di C02. La FAO ci dice che le emissioni di tutto il settore agricolo mondiale, infatti, sono rimaste costanti dal 1990 ad oggi e si attestano intorno a 20%. Dato non da poco se consideriamo che, a costanza di emissioni, abbiamo sfamato 2 miliardi e mezzo di persone in più. Ed è sempre la FAO che afferma che la zootecnia abbia un impatto climalterante dovuto alle emissioni di gas a effetto serra pari al 10%. Per cui la carne, che rappresenta la metà di tutta la zootecnia, ne emette circa il 5%. L’Ispra, la nostra agenzia ambientale, certifica che tutta l’agricoltura italiana impatta per il 7% delle emissioni, mentre i trasporti per il 24% e l’energia per il 57%. Di tutte le emissioni dell’agricoltura, meno del 5% è dovuto alla zootecnia, poco più del 2% alle coltivazioni. Questo significa che la produzione di carne in Italia emette il 3,5% di tutti i gas climalteranti. Un decimo di quello che si è affermato durante la trasmissione.

L’Ispra certifica che l’agricoltura italiana impatta per il 7% delle #emissioni, i #trasporti per il 24% e l’#energia per il 57%. Di tutte le #emissioni agricole, meno del 5% è dovuto alla #zootecnia. Condividi il Tweet

L’Italia inoltre si dimostra un Paese estremamente virtuoso, fatto di cui non si può non tener conto: dal 1970 ad oggi il nostro Paese ha quasi dimezzato le emissioni per produrre un chilo di proteine animali, passando da 28 Kg di CO2 equivalente a 12.

Passiamo poi al consumo di acqua. È vero che per produrre 1Kg di carne di manzo servono 15.000 litri d’acqua? Non proprio, soprattutto in Italia. Quando si parla di consumo di acqua in relazione alla produzione di carne, infatti, si include anche l’acqua piovana. Se, invece, tenessimo conto solo dell’acqua utilizzata, questo numero scenderebbe a 700/1000 litri per chilogrammo di carne, calando così dalle 20 alle 15 volte.

No, non servono 15mila litri di #acqua per 1 kg di #carne, ma circa 700. Condividi il Tweet

Quanto ai reflui, in Italia sono presenti 615 impianti di biogas da reflui zootecnici che producono 1.235 GWh, una quantità di energia in grado di far viaggiare per un anno 310.000 auto elettriche. Insomma, il sistema zootecnico italiano, anche sotto questo punto di vista, ha fatto il suo dovere.

In #Italia sono presenti 615 impianti di #biogas da #reflui zootecnici che producono 1.235 GWh, una quantità di #energia in grado di far viaggiare per un anno 310.000 #AutoElettriche. Condividi il Tweet

Un’ultima precisazione sul rapporto tra carne e salute, di cui si fa un accenno in chiusura di trasmissione citando il grande oncologo Umberto Veronesi (notoriamente vegetariano per motivi etici, non salutistici). Dei 156 tipi di tumori oggi conosciuti, soltanto uno, quello al colon-retto, è sospettato di aumentare leggermente la sua incidenza per un eccessivo consumo di carni rosse e salumi (e per eccessivo si intende a due a tre volte rispetto a quello italiano): meno dell’1% in termini assoluti, poco per dare per scontato che una dieta vegetariana riduca significativamente i rischi di contrarre questo tipo di cancro. Detto questo, è fondamentale ricordare, soprattutto se si ha la responsabilità di parlare ad un pubblico molto vasto come quello delle reti pubbliche, che le carni sono un alimento molto importante per tutti, ma soprattutto per bambini, adolescenti, donne incinte, anziani, sportivi. La carne è ricca di nutrienti ad alta biodisponibilità (facilmente assorbibili dal nostro organismo) tra cui vitamine, minerali e tutti gli aminoacidi essenziali. Non a caso nei bambini a cui vengono imposte diete restrittive come quella vegana si riscontrano malattie e problemi come rachitismo, anemia, carenze di ferro, ma anche ritardi nello sviluppo neuro-cognitivo, a volte permanenti.

Nei #bambini a cui vengono imposte #DieteVegan si riscontrano #malattie e problemi come #rachitismo, #anemia, carenze di ferro, ma anche ritardi nello #sviluppo neuro-cognitivo. Condividi il Tweet

Sperando di essere stati utili per supportare il dibattito con informazioni scientifiche, vi preghiamo di considerarci a vostra disposizione nel caso decideste di trattare nuovamente il tema.

 

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.