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5 fake news sulla carne trasformata

Siamo sicuri di sapere tutto sulla carne che mangiamo? Se la fonte da cui prendiamo le informazioni che plasmano le nostre azioni ed opinioni è quella dei social network, forse è tempo di rivedere le nostre convinzioni.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio permanente Censis-Ital Communications sulle Agenzie di comunicazione in Italia, circa 14 milioni gli italiani usano Facebook come fonte di informazione e 4,5 milioni si informano esclusivamente sui social network. Ma non solo, secondo lo Science Post, il 70% degli utenti che leggono notizie online si limita al titolo. Stando così le cose, il rischio di cadere vittime di bufale e fake news diventa sempre più concreto. Ma quanto sono pericolose le bufale? Moltissimo, ma lo sono soprattutto quando prendono di mira sfere sensibili della nostra vita come la salute. L’alimentazione è proprio uno degli ambiti più vulnerabili in questo senso. Nel mirino dei produttori di fake news anche il consumo di carne, ecco perché è sempre utile fare un po’ di fact-checking.

Vediamo le 5 notizie “dal naso lungo” più frequenti che circolano in Rete, ma non solo, sul consumo di carne trasformata.

  1. Consumare carne trasformata provoca demenza? Falso!

Recentemente sono stati resi noti i risultati di una ricerca eseguita sotto la supervisione delle professoresse Janet Cade e Laura Hardie, dell’Università di Leeds che porterebbe alla luce un aumento del rischio fra consumo di carne processata e incidenza di demenza e Alzheimer.

Ma è proprio vero che consumare carne aumenterebbe la possibilità di ammalarsi? Vediamo cosa dice la ricerca e perché semplificando si rischia di sbagliare. Innanzitutto, è d’obbligo una precisazione necessaria: lo studio è stato condotto su un campione di persone britanniche che consumano carni trasformate non comparabili a quelle della tradizione del Made in Italy. Inoltre, questa indagine è stata svolta tra il 2006 e il 2010, periodo in cui le tecnologie di trasformazione appaiono molto diverse da quelle utilizzate oggi. Senza contare che l’analisi del campione preso in considerazione suggerirebbe fin da subito l’esistenza di correlazioni più profonde fra educazione alimentare, stili di vita e l’insorgenza di determinate patologie. Infatti, hanno partecipato all’indagine per la maggior parte da individui in sovrappeso (42,3%) e obesi (24,2%), i normopeso sono solo il 33%.

Siamo poi sicuri che l’intera ricerca che abbiamo davanti possa essere riassunta nello strillo di un titolo sensazionalistico o sbrigativo? Scopriamo quante altre informazioni sono contenute in essa. Innanzitutto, lo studio dice che la carne rossa non trasformata previene l’insorgenza di demenza e patologie collegate. Sempre dallo studio apprendiamo che consumare frutta e ortaggi non incide sulla prevenzione per malattie come la demenza, anzi. Dai numeri, infatti, sembrerebbe esserci una maggiore incidenza (quasi doppia) in chi consuma 4-6 porzioni di frutta e verdura al giorno rispetto a chi ne consuma meno di 4. Allo stesso modo il consumo di pesce, di cui è noto il ruolo protettivo degli omega 3: chi consuma più pesce ha una maggiore incidenza di malattie come demenza e Alzheimer. Stupisce, poi, la correlazione di queste patologie con il consumo di alcol: chi beve di meno ha una maggiore incidenza.

  1. Nelle carni trasformate ci sono le nitrosammine? Falso!

Le carni trasformate non contengono nitrosammine. Possono contenere invece nitrati e nitriti, che comunque dalle ultime analisi del CREA risultano alquanto diminuiti rispetto al passato: i nitriti sono quasi del tutto assenti, mentre i nitrati sono in quantità minima. Questi sono utilizzati soprattutto nella conservazione di carni e insaccati. Di per sé questi composti non sono pericolosi, ma i nitriti possono essere convertiti dal metabolismo in nitrosammine, composti cancerogeni che se in eccesso possono aumentare il rischio di tumori gastrici e all’esofago. Quando presente nell’alimentazione la vitamina C o acido ascorbico questa riduce sensibilmente la sintesi di nitrosammine. Tra gli ingredienti e gli additivi dei salumi c’è spesso anche la vitamina C.

  1. Le carni trasformate contengono antibiotici e ormoni? Falso!

Una fake news tanto diffusa quanto falsa e senza alcun supporto scientifico. Gli ormoni come promotori di crescita, infatti, sono vietati da oltre cinquant’anni per i bovini e dal 1981 per tutte le altre specie allevate. Quanto agli antibiotici essi sono vietati dal 2006 a scopo preventivo, e se usati solo ai fini di cura, terapia e profilassi dell’animale e sotto prescrizione di un medico veterinario) devono poi rispettare i tempi di sospensione, ossia il tempo che agli animali serve per smaltirli completamente. Il loro impiego deve essere limitato nel tempo e gli animali possono essere macellati soltanto dopo che i farmaci sono stati completamente smaltiti e cioè quando i residui sono a concentrazione del tutto innocue per la salute umana. Le carni che arrivano sulle nostre tavole sono sicure.

  1. Mangiare carne trasformata provoca il cancro? Falso!

Recentemente lo studio NutriRECS smentisce questa relazione. La ricerca, infatti, ha evidenziato che, tra i 12 studi di controllo randomizzati effettuati su 54.000 persone, non esistevano prove certe e credibili che una riduzione nel consumo di carne rossa e lavorata porti un minor rischio di cancro, malattie cardiache o diabete. Anzi, al contrario, lo studio ha portato alla luce che con un consumo moderato di carne esiste un rischio ridotto per queste patologie e per alcuni tipi tumori. Ecco perché non bisognerebbe formulare linee guida dietetiche internazionali per tutta la popolazione sulla base di studi limitati, imprecisi e poco affidabili, ma è necessaria la certezza delle prove e l’assenza di fattori confondenti.

  1. Nelle carni trasformate sono presenti OGM e pesticidi? Falso!

È capitato anche di sentir parlare di presenza di OGM e pesticidi nella carne dovuta alla presenza di tali sostanze all’interno dei mangimi. Non esiste bufala più evidente.  Le materie prime che compongono i mangimi utilizzati dagli animali, infatti, sono sottoposte ad un rigoroso screening  per verificare l’assenza di prodotti nocivi alla salute umana, e questo è tanto è più vero in Italia, dove ad esempio gli accurati controlli hanno rilevato non-conformità su 18 dei 39.480 campioni controllati! Meno dello 0,1%!

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.