5 fake news sui fake food
Riportiamo un articolo del Professor Giuseppe Pulina sulle cinque principali fake news sui cibi artificiali diffuse da alcune associazioni animaliste.
Coldiretti ha lanciato una sacrosanta campagna contro i fake food che vogliono sostituire i prodotti animali sulle nostre tavole (fake meat, fake milk e fake eggs, già in produzione, e il fake fish quasi pronto da lanciare sul mercato). Le martellanti azioni promozionali su questi artefatti del cibo si basano su 5 fake news che proverò a smantellare sotto il peso delle evidenze scientifiche e del buon senso.
1. I cibi artificiali sono nutrizionalmente analoghi a quelli naturali
FALSO. La metabolomica, una analisi sofisticata che distingue migliaia di composti presenti nelle matrici biologiche, applicata ai prodotti animali naturali e ai loro sostituti artificiali vegetali rivela che questi ultimi sono totalmente differenti dagli originali per oltre il 90% delle componenti e che le dichiarazioni di equivalenza nutrizionale riportate in etichetta sono fuorvianti per i consumatori. Sulle fake meat da colture di cellule staminali animali, invece, non esistono dati in quanto chi le produce si guarda bene dal mettere a disposizione campioni per le analisi. Chi scrive ha tentato invano di ottenerne per sottoporle a verifiche di laboratorio, a dimostrazione della non volontà dei produttori di informare correttamente i cittadini su basi scientifiche.
2. I cibi artificiali sono buoni come quelli naturali
FALSO. Per tentare di emulare la natura, i costruttori di cibi sintetici assemblano molti composti il cui scopo è quello di ingannare i nostri sensi per far sembrare latte, carne, uova e pesce quello che in realtà è un polpettone o un idrolizzato di substrati biologici e di sintesi. Clamoroso è il fallimento del Veg Burger messo in menu da Mac Donald e ritirato, dopo un breve periodo di prova, dalle tavole dei suoi ristoranti negli USA perché non gradito ai clienti, con conseguente tonfo in borsa del produttore Beyond Meat. Sull’equivalenza sensoriale dei latticini artificiali basti ricordare l’estrema complessità aromatica dei nostri formaggi di qualità per concludere che ricostruirne la struttura e il bouquet è praticamente impossibile, altrimenti non parleremmo da anni di specificità e di terroir.
3. I cibi artificiali sono più salùbri di quelli naturali
FALSO. Gli assemblati di matrici biologiche vegetali, microbiche, fungine e di sintesi sono alimenti ultra-processati, messi nella lista nera dalla UE. Nel caso delle fake meat, nei polpettoni vegetali additivati si arrivano a contare più di 40 componenti, fra cui elevate dosi di cloruro di sodio. Per i derivati da cellule staminali, non è dato capire, per mancanza di prove scientifiche (vedi punto 1), quali cataboliti (sostanze di scarto del metabolismo che l’organismo animale allontana naturalmente) o residui degli stessi siano presenti e nemmeno gli effetti dei promotori ormonali della crescita utilizzati sull’espressione genica delle cellule fatte proliferare nei grandi bioreattori che ospitano questi processi. Inoltre, i cibi naturali apportano micronutrienti e cofattori indispensabili alla nutrizione umana, assenti in quelli artificiali, rendendo i primi decisamente più salubri dei secondi. Infine, l’affermazione che i cibi animali naturali nuocciono alla salute è stata smentita da innumerevoli di evidenze scientifiche per cui sarebbe ora di rimuovere questo argomento definitivamente dal dibattito.
4. I cibi artificiali impattano sull’ambiente molto meno di quelli naturali
FALSO. Gli alimenti di origine animale sono prodotti in campagna, in condizioni cioè in cui emissioni e assorbimenti si bilanciano. Nel caso dei gas climalteranti, alle emissioni di metano, protossido di azoto degli allevamenti si contrappone la capacità delle colture e delle superfici alberate di sequestrare carbonio per cui il bilancio è, nelle condizioni generali dell’allevamento italiano, in parità (20 milioni di tons di CO2eq emesse secondo ISPRA nel 2021 e altrettante sequestrate secondo stime prudenziali). Per il fake food prodotto in biofabbriche, invece, si contabilizzano soltanto emissioni. Inoltre, gli impatti devono essere rapportati al valore nutrizionale degli alimenti e, come detto, i cibi naturali sono di gran lunga superiori ai derivati vegetali, per cui le emissioni ricalcolate per il contributo che i primi apportano al nostro benessere alimentare sono decisamente inferiori per unità funzionale.
5. I cibi artificiali sono più etici perché “cruel free”
FALSO. Bollare gli allevatori, i pescatori e gli acquacoltori come una genìa di personaggi sinistri dediti alla crudeltà verso gli animali, per cui i prodotti privi dei derivati di questi ultimi sono “liberi dalla crudeltà”, è un’accusa ai limiti della class action per diffamazione alle ditte che utilizzano tale dicitura per reclamizzare i loro prodotti. Il benessere degli animali allevati è un caposaldo dell’etica dell’allevamento, non imposto dal legislatore, ma profondamente radicato nei comportamenti che chi alleva gli animali attua quotidianamente in azienda. Maltrattare gli animali, oltre che un reato punito dal nostro Codice penale, è anche controproducente ai fini degli esiti produttivi dell’allevamento. Il rispetto di persone e animali è una questione che riguarda tutti e che gli allevatori perseguono come valore assoluto della loro professione.
Fonte: La Nuova Sardegna